Con la firma della ministra della Salute, “twittata” dalla stessa Beatrice Lorenzin, il Dpcm sui nuovi Livelli essenziali di assistenza si avvia verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e quindi verso la piena operatività. Non prima delle dovute firme - importanti ma a questo punto scontate - del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del premier Paolo Gentiloni. L’importanza del via libera, che comporta la piena operatività del provvedimento che riscrive perimetro e contenuti delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini - gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket - è la stessa Lorenzin. «Stiamo parlando da 16 anni dei nuovi Lea e da quasi 20 del nomenclatore delle protesi. Stiamo parlando di centinaia di nuove prestazioni - ha ricordato Lorenzin - a cui avranno accesso in modo indistinto tutti i cittadini dal Nord al Sud, oltre al riconoscimento di malattie rare che prima non erano riconosciute. Una mole di risorse e interventi eccezionali per l’Italia e anche per l'Europa, di cui in una fase come questa c’è tanto bisogno», ha proseguito la ministra, osservando che è «un fatto epocale non solo averli fatti ma anche il metodo nuovo avviato: i Lea e il nomenclatore verranno aggiornati ogni anno da un comitato permanente già insediato, che avrà il compito di monitorare le nuove prestazioni e le nuove scoperte scientifiche così da eliminare prestazioni obsolete per inserire prestazioni innovative».
L’altro obiettivo che si pone il provvedimento - per cui dopo la pubblicazione si sbloccheranno gli 800 milioni già previsti per il 2016 - è la piena e omogenea diffusione delle prestazioni e dell’offerta di servizi in tutto il Paese. «Anche se non è passata la riforma costituzionale - ha tenuto a precisare la ministra - bisogna che ci rendiamo conto che viviamo un periodo molto difficile e che sussiste una situazione di forte malessere soprattutto tra le categorie più deboli della popolazione. Per questo è prioritario fare in modo che i nuovi Lea abbiano un'applicazione effettiva nei territori e nelle Regioni, perché dare ai cittadini i servizi e le nuove cure, già finanziate con i Lea, diventa importante per attenuare le situazioni di disagio, a tutela dell'equilibrio sociale e a garanzia del diritto alla salute».
L’erogazione delle risorse 2016 - gli 800 milioni blindati a valere sul Fondo sanitario nazionale, così come previsto dalla legge di Stabilità dello scorso anno - avverrà, come ha spiegato la ministra, nel 2017, in un’unica soluzione. Ma proprio il tema delle risorse è tra le principali preoccupazioni dei governatori, chiamati ad attuare e a garantire le nuove prestazioni: nell’Intesa Stato-Regioni raggiunta il 7 settembre scorso, infatti, si dava il via libera agli 800 milioni limitatamente allo scampolo di 2016 che restava da percorrere. E anche nei pareri delle commissioni parlamentari competenti emerge sia la preoccupazione sulla sostenibilità del provvedimento, sia sul rischio che i cittadini debbano sobbarcarsi un extracarico di spese ulteriore. Già il ministero ha preventivato nel testo oltre 18 milioni di euro di compartecipazione aggiuntiva: il timore di molte tra associazioni e società scientifiche audite in vista dei pareri delle Camere è stato sintetizzato dalla Igiene e Sanità del Senato. Che ha chiesto una «attenta, cauta valutazione» circa le ricadute sulla spesa per ticket conseguenti alle modifiche introdotte o che saranno introdotte in fase di aggiornamento e di una chiara indicazione affinché gli adempimenti a carico degli assistiti non comportino nuovi o più onerosi adempimenti per il malato».
A pubblicazione avvenuta, il prossimo step è la data del 28 febbraio 2017, entro la quale la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea dovrà provvedere a una prima verifica e a un primo “delisting” delle prestazioni considerate non più appropriate. Perché è l’innovazione continua il secondo pilastro, insieme all’uniformità sul territorio nazionale, su cui poggiano i nuovi Livelli essenziali di assistenza. Criterio a cui si ispira lo stesso nomenclatore protesi e ausili, inserito nei Lea, profondamene rivisto soprattutto per l’eliminazione di presidi considerati ormai obsoleti e per l’introduzione di nuove tecnologie a sostegno della disabilità. Ma solo con la piena attuazione del provvedimento sarà chiaro cosa, come e in che direzione si andrà.
Fonte Sanità24 - Il Sole 24 ORE