BELLUNO. I tagli alla sanità da parte della Regione Veneto continuano a farsi sentire sempre di più. E questa volta a scapito dei diabetici che lanciano la protesta. «Dall’estate scorsa sono stati ridotti gli aghi pungidito», dice il presidente dell’Associazione diabetici bellunese, Duilio Maggis, «sono gli aghetti piccoli che vengono inseriti all’interno di una “penna” e che servono per bucare il dito della mano da cui esce la goccia di sangue che, tramite un dispositivo, permette di vedere, in tempo reale, la quantità di glicemia nel sangue. Da questo dato i diabetici sia di tipo 1 (con malattia conclamata in età infantile o giovanile) sia di tipo 2 (malattia cronica dovuta a livelli elevati di glucosio nel sangue e insorge in età adulta), dovranno poi stabilire la quantità di insulina da iniettarsi».
Questa operazione per molti «viene fatta almeno tre volte al giorno, per altri anche 5-6, qualcuno addirittura 10», dice Maggis. «Quindi si capisce la necessità che sia garantita la massima sicurezza igienica degli aghi che si usano», aggiunge il presidente dell’associazione. «La cosa strana è che fino ai primi mesi dello scorso anno, quando si andava alle visite diabetologiche il personale insisteva molto sull’aspetto dell’igiene e della necessità assoluta di cambiare, ad ogni puntura, gli aghi pungidito. Ora, di punto in bianco, si dice che non è più necessario, ma che nel corso della giornata si può, anzi si deve, utilizzare sempre lo stesso ago per misurarsi la glicemia».
Per questo motivo, se prima, nel piano terapeutico di ciascun diabetico venivano inseriti almeno un centinaio di aghi pungidito (per chi deve bucarsi tre volte al giorno), le nuove prescrizioni trasmesse alle farmacie mensilmente, parlano di soli 33 aghi: uno per ogni giorno del mese, a cui si aggiungono due di scorta per eventuali difetti dell’ago stesso. Per Maggis, «siamo all’assurdo: come è possibile che una regola che valeva fino a qualche mese fa, all’improvviso venga rivista e non sia più valida? La questione è che siamo di fronte ai tagli della sanità. Eppure questi dispositivi non costano tantissimo. Si pensi che una confezione da 6 aghi costa 5-6 euro».
Ma i tagli hanno interessato anche le strisce reattive che indicano, tramite il sangue, la quantità di glicemia. Per i pazienti con diabete di tipo 2, infatti, da qualche tempo c’è stata una riduzione: chi prima disponeva di 100 strisce ora se ne trova 50, e chi
ne utilizzava 50 è passato a 25. «Questa riduzione ha interessato soltanto i pazienti di tipo 2». Intanto, però, i diabetici in provincia di Belluno sono in aumento. «Soprattutto i giovani con la malattia di tipo 1 e non abbiamo nemmeno una sede», conclude Maggis.Fonte Corriere delle Alpi