Le persone con diabete non hanno bisogno di detrarre dalle imposte le spese per “alimenti speciali”. Sono interessate a ben altro: accesso per tutti alle strutture di diabetologia, rinforzo della rete specialistica, disponibilità immediata delle nuove opportunità di diagnosi, monitoraggio e cura, esenzioni ticket per prestazioni essenziali, calzature per il piede diabetico
È di questi giorni la notizia che è stato proposto e preliminarmente approvato un emendamento alla Legge di Stabilità in discussione al Parlamento che concede alle persone con diabete di poter detrarre dalle imposte le spese per “alimenti speciali” per il diabete. Le persone con diabete che FAND rappresenta non sono interessate a questa apparente agevolazione ma, anzi, sono decisamente contrarie a questa iniziativa che è fuorviante dal punto di vista educazionale e determina uno spreco di risorse da parte di chi compra questi “alimenti speciali” e da parte dello Stato che rinuncia ad entrare fiscali senza alcuna motivazione valida.
Non c’è alcuna raccomandazione ad usare “alimenti speciali” per il diabete da parte delle società scientifiche della diabetologia e infatti negli ambulatori dove si curano le persone con diabete vengono prescritte diete che contemplano “alimenti normali” e idealmente “a chilometro zero”. Le persone con diabete dovrebbero mangiare come quelle senza il diabete, seguendo le regole auree della dieta mediterranea: cereali (meglio se integrali), legumi, ortaggi, frutta, pesce, carne. Non c’è nulla di vietato alle persone con diabete (a parte le bevande con zucchero), neppure la fetta di torta alla domenica, ma tutto andrebbe consumato con buon senso, recuperando quel sano rapporto col cibo che c’era 50 anni fa. Sono la quantità degli alimenti e il numero delle volte che nella giornata si introduce cibo che creano problemi, non questo o quell’alimento. E’ scientificamente provato che per la cura del diabete non esistono “alimenti speciali”. Qualcuno li produce, qualcuno li vende, qualcuno li compra, ma non c’è alcuna evidenza dei loro benefici. Concedere agevolazioni fiscali a chi consuma questi “alimenti speciali” è contrario alla scienza e alla logica clinica.
La proposta di inserire questa possibilità nella Legge di Stabilità è scientificamente e clinicamente ingiustificata ma è anche economicamente improvvida, sia per il cittadino che per lo stato. Il cittadino che decidesse di usare sempre “alimenti speciali” per il diabete, pur godendo della detrazione del 19%, spenderebbe ogni anno di più (da un minimo di 100 euro ad un massimo di quasi 1000 euro). Gli “alimenti speciali” costano 2-3 volte di più di quelli “normali”. Lo stato potrebbe subire un ridotto gettito fiscale di molti milioni di euro all’anno. Se tutte le persone con diabete (4 milioni in Italia) operassero detrazioni per 50 euro all’anno (basterebbe che comprassero pasta e biscotti “per diabetici” al posto di quelli “normali”) il mancato gettito sarebbe di 200 milioni all’anno. Una somma che, se messa disposizione della cura del diabete, potrebbe tradursi in grandi benefici.
“Non ci interessa questa assurda detrazione - afferma il presidente di FAND Albino Bottazzo - ma ci interessa che sia applicata la Legge 115 del 1987, di cui ricorre il trentennale. Ci interessa che tutte le persone con diabete ricevano le cure specialistiche e che quindi siano rafforzati e non smantellati i centri di diabetologia, che ci sia immediato accesso alle nuove opportunità di diagnosi, monitoraggio e cura, che siano rese esenti da ticket tutte le prestazioni essenziali, che siano messe a disposizione le calzature per prevenire e curare il piede diabetico”.
FAND – Associazione Italiana Diabetici