Sono giorni di intensa e variegata campagna elettorale, animata da tematiche le più diverse e molto articolate, dove formazioni politiche e partiti vecchi e nuovi, stanno propinando agli elettori i propri programmi, augurandosi che possano essere attrattivi per indurli al voto, specie nella consapevolezza che la formazione vincente sarà sempre più quella dell'astensionismo, stante la sfiducia che ha contaminato la più parte, anche a causa delle modalità di selezione della classe dirigente, che viene imposta più che selezionata dall'elettore.
Tematiche e programmi a cui gli stessi segmenti intermedi della società, sindacati compresi, poco o nulla contribuiscono a dare indirizzi che, sebbene insistano su materie estremamente interessanti quali la dignità di un lavoro per tutti, la sicurezza e il superamento della precarietà, una vecchiaia in tranquillità e con il supporto di una sanità che sappia essere fruibile e tempestiva, poco fanno riferimento ad un mondo che pure tanto si adopera per una società in disfacimento e poco propensa ai valori della solidarietà e dell'altruismo, rappresentato dal vasto tessuto dell'Associazionismo Volontaristico, spesso chiamato a sostituirsi alle stesse Istituzioni sorde e/o inadempienti.
Molto interessanti sono sicuramente le ottime sollecitazioni che il Sindacato Lucano sta facendo ai candidati di ogni parte politica, ma giustamente qualcuno di essi ha opportunamente stigmatizzato: “Basta idee, bisogna agire”, ma come ha fatto immediatamente eco la CISL di Basilicata, con il suo Decalogo di proposte per il nuovo Governo, occorrerà “Ripartire, insieme”.
Una ripartenza che, in particolare, mi piace richiamare in un passaggio che fa riferimento ai valori irrinunciabili della coesione, della solidarietà e dell'unità nazionale in modo da salvaguardare e garantire ad ogni persona il diritto di cittadinanza, tra cui fondamentale è il diritto alla salute ( fin qui mortificato dalla modifica del Titolo V della Costituzione), ma anche il diritto alla formazione ,all'istruzione, alla mobilità, al lavoro, alla previdenza, alla giustizia e alla sicurezza, con ciò salvaguardando la Basilicata da una eventuale approvazione della cosiddetta autonomia differenziata.
Per tutto quanto diventa fondamentale, quindi, non continuare ad andare in ordine sparso, ma riuscire a fare massa critica e fronte comune operando insieme nell'interesse del Paese e delle singole realtà regionali, specie quelle più marginalizzate e trascurate del Mezzogiorno, come peraltro prevede lo stesso PNRR.
In questa logica si è mosso il CSVnet (Ass.ne Centri di Servizio al Volontariato) che nei giorni scorsi ha fatto pervenire alle Forze Politiche impegnate nella presente campagna elettorale una apposita agenda di proposte a firma della Presidente Nazionale Chiara Tommasini a nome e per conto dei 48 CSV che operano su scala regionale e che prontamente è stata divulgata dal Presidente CSV di Basilicata Antonio Bronzino.
Una agenda che richiamando la notevole rappresentanza delle circa 30 mila organizzazioni del Terzo Settore che supportano le quasi 50 mila organizzazioni non profit e che coinvolgono nelle loro attività oltre 800 addetti e più di 100 mila volontari ha inteso essenzialmente riferirsi ad alcune delle più urgenti ed essenziali questioni che nello specifico riguardano:
• completamento del processo di attuazione della riforma del Terzo Settore a cinque anni del suo avvio per rendere i Centri Servizi al Volontariato strumenti facilitatori per la gestione delle emergenze presenti e future, specie nella fase attuativa del PNRR;
Il Presidente
( Antonio Papaleo )