Interrogazione al Consiglio Regionale della Basilicata
Sistemi di infusione di insulina per il monitoraggio continuo dei valori glicemici da
fornire a pazienti diabetici insulino-dipendenti
presentata da
Venezia Mario, all’Assessore alla Salute Martorano Attilio del Consiglio Regionale della
Basilicata
Seduta n. 23 del 29/3/2011
Presidente, è un tema un po’ particolare questo, che parte dalla considerazione che in Basilicata
ci sono 9 mila cittadini affetti da diabete mellito insulino-dipendente, ed è del tutto evidente che
questi soggetti, di qualsiasi età, per ottimizzare il trattamento insulinico sono costretti a
frequenti controlli dei valori glicemici; controlli svolti, ovviamente, anche di carattere
psicologico, soprattutto a carico dei pazienti più giovani.
Assessore, non mi addentro in quello che il diabete mellito può provocare ai danni della salute
umana; io chiedo chiesto: a me risulta che le Aziende Sanitarie lucane, a richiesta dei pazienti
diabetici, forniscono dei microinfusori del tipo Acu-check Spirit, il cui utilizzo, però, è limitato
alla infusione di insulina secondo boli già programmati, ed ognuno di questi microinfusori costa
circa 5 mila euro.
Ebbene, in Puglia, a parità di costo, viene fornito un apparecchio diverso, che oltre ad essere un
microinfusore monitora continuamente i valori glicemici del paziente, quindi è facilmente
comprensibile, anche da parte dei colleghi presenti in aula, l’utilizzo e l’efficacia di questo
secondo sistema rispetto al primo, che sembra essere superato.
Allora io le chiedo se quanto io ho esposto corrisponde al vero, al tempo stesso quanti
microinfusori del tipo Acu-check Spirit sono stati acquistati dalle Aziende Sanitarie lucane ed il
costo complessivo della spesa.
Al tempo stesso, considerata la validità di un infusore più moderno rispetto a quello offerto in
Basilicata, se non ritenga opportuno l’assessore intervenire sulle Aziende Sanitari Locali e
chiedere di fornire anche ai nostri pazienti diabetici insulino-dipendenti un apparecchio che,
oltre che infondere in maniera adeguata l’insulina, monitori costantemente, 24 ore su 24... non
l’ho scritto nell’interrogazione, ma credo che questi apparecchi facciano oltre 300 saggi al giorno
dei valori glicemici, quindi è facilmente comprensibile come, ad un adeguato controllo e
monitoraggio della glicemia corrisponda una corretta infusione di insulina. Grazie.
Risposta dell’Assessore alla Salute Martorano Attilio
Io ringrazio il consigliere Venezia perché evidentemente attraverso le sue interrogazioni
riusciamo anche a rendere note alcune caratteristiche piuttosto eccellenti nel nostro sistema
sanitario.
Dunque, la Regione Basilicata, mediante un’apposita delibera, la numero 597 del 2010,
consente ai pazienti diabetici che ne hanno bisogno l’utilizzo di qualsiasi tipo di microinfusore,
senza imporre alcun tipo di dispositivo; è il diabetologo che in base alle caratteristiche del
paziente decide il tipo di microinfusore da prescrivere.
Pertanto i pazienti lucani in terapia con microinfusore dispongono sia dei modelli Roche che dei
modelli Medtronic, ed in particolare da oltre un anno il modello Roche utilizzato non è più lo
Spirit bensì il Combo, che ha delle caratteristiche innovative rispetto allo Spirit e peculiari
rispetto allo stesso Medtronic: la possibilità di erogare l’insulina con una velocità basale fino a
0,05 unità per ora e la possibilità di variare la velocità della stessa anche di 0,0 unità per ora,
con una erogazione basale sempre ogni 3 minuti a prescindere dal dosaggio utilizzato;
dispositivo di controllo remoto che funge anche da glucometro e calcolatore del bolo; allarme di
occlusione predittivo, ossia allarme che prevede l’occlusione del cateterino piuttosto che
scattare ad occlusione avvenuta; particolare discrezione poiché il calcolatore di bolo inserito nel
glucometro evita di tirare fuori il microinfusore quando bisogna fare il calcolo dello stesso.
D’altra parte le versione più moderne del Medtronic, pur prescritte a diversi pazienti lucani,
hanno effettivamente la possibilità di ricevere i dati glicemici direttamente da un sensore in
grado di monitorare la glicemia in continuo fino a 6 giorni consecutivi; questo non significa,
però, che il microinfusore Medtronic eroga in automatico l’insulina in base ai dati glicemici.
L’erogazione è sempre effettuata dal paziente.
Va sottolineato che tale monitoraggio si può effettuare a prescindere dall’uso del microinfusore
e dal tipo di microinfusore utilizzato, pertanto si tratta di una metodica di cui si può
avvantaggiare qualsiasi paziente.
Ad oggi nella sola regione Basilicata il monitoraggio è prescrivibile e rimborsabile a tutti i
pazienti, mentre nelle altre regioni, Puglia compresa, tranne che per i possessori di Medtronic, il
monitoraggio non è rimborsato dal Sistema Sanitario regionale, ed in pochissime altre regioni è
previsto ma non rimborsabile tra le prestazioni sanitarie regionali.
Quindi mi sentirei di affermare che da questo punto di vista i nostri pazienti diabetici non sono
affatto di serie B.
Quanto alla sua richiesta in merito al numero di unità, lei non mi specifica l’arco temporale nel
quale vuole questa rilevazione, e per il relativo costo, come potrà comprendere, essendo diversi
i dispositivi, andrebbe fatta una rilevazione puntuale; sono prezzi che sono anche in continua
evoluzione perché, come lei sa bene, queste tecnologie, con la loro maturazione, determinano
anche dei continui abbassamenti dei costi.
Però se lei vorrà farmi avere una richiesta più precisa su questo, ovviamente sono a sua
disposizione.
Replica del Consigliere Mario Venezia
Io, Presidente, ringrazio l’assessore per la risposta, ma evidentemente molto probabilmente non
sono informati di questa possibilità i pazienti, perché a me risulta che sulla scorta di quello che
io ho scritto...
Francamente io non posso sempre sentirmi contestato ad ogni domanda che pongo. Pongo delle
domande e dei quesiti sulla scorta di quello che mi dicono, in questo caso i diabetici, ma di
quello che mi dice la gente.
Ora, evidentemente o c’è una scarsa informazione oppure non viene data effettivamente la
possibilità, nella fattispecie ai pazienti diabetici, di poter ottenere questo tipo di sistema, sia di
rilevazione che di infusione, della glicemia la prima e la seconda dell’insulina.
L’invito che faccio a lei, assessore, è evidentemente di intervenire sulle Aziende Sanitarie per
cercare di dare la massima informazione possibile, perché se le cose stanno così come lei dice,
ed io francamente non me la sento di smentirla, credo che sia finalmente un qualcosa di
notevole, dal mio punto di vista, che avviene all’interno della sanità lucana.
Se la sanità lucana è un passo in avanti rispetto a tutto il resto d’Italia, io, come cittadino
lucano e come medico, non posso che esserne felice. Evidentemente manca l’informazione.
[. . . omissis . . .]
L’ALAD (Associazione Lucana Assistenza Diabetici) si congratula con l’Assessore alla Salute Dott. Attilio Martorano in merito alla risposta data ad una interrogazione promossa dal Consigliere regionale dott. Mario Venezia secondo il quale i pazienti diabetici lucani sarebbero di serie “B” rispetto a quelli della vicina Puglia perché, a detta del Consigliere, ai diabetici lucani non sarebbe consentito l’utilizzo del monitoraggio in continuo e questo, come ha ben detto l’Assessore, non corrisponde al vero.
Una cosa però è vera! Vi è una mancanza di informazione, come sostiene il Consigliere Venezia, per questo esistono le Associazioni che tutelano gli interessi dei pazienti. Nella moderna diabetologia il paziente assume il ruolo di “attore” della gestione della sua condizione. Oggi si parla di Gestione Integrata in cui oltre al paziente, vi sono anche altre professionalità e che vale la pena ricordare e che, nell’ordine, sono: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, il diabetologo, l’infermiere, la dietista, la psicologa, il cardiologo, l’oculista, il podologo e, anche il farmacista, se vogliamo. Tutte queste figure dovrebbero essere coordinate dal diabetologo, nel solo interesse del paziente.
Senza entrare in polemica, come Associazione di pazienti diabetici vorremmo che le Istituzioni, a tutti i livelli, fossero più vicini alle esigenze dei pazienti. Siamo concordi con il Consigliere Venezia quando evidenzia la mancanza di
informazione e, questo è vero! E’ vero altrettanto che manca anche la formazione. Nella scuola per esempio manca la cultura della patologia diabetica; non sanno nemmeno cos’è il Diabete! Per cui la famiglia che ha un bambino/ragazzo diabetico che frequenta la scuola si trova ad affrontare situazioni non sempre di facile soluzione.: dalla somministrazione del farmaco durante l’orario scolastico, alla gestione della terapia – insulinica, alla gestione degli eventi avversi per un diabetico, cioè: la gestione delle iperglicemie, ma soprattutto l’
ipoglicemia Eppure, secondo, noi, la presenza di un bambino/ragazzo diabetico in una scuola dovrebbe essere una risorsa e spiego il perché: sappiamo che il bambino diabetico impara molto in fretta a gestire la propria condizione, per cui potrebbe fungere da docente ed insegnare ad altri i concetti principali sul diabete, anche sull’alimentazione. Potrebbe, insieme al corpo docente, promuovere discussioni e compiti sul diabete e sull’alimentazione, visto che anche quest’ultimo argomento è molto dibattuto su vari fronti. Con questi auspici potremmo creare una rete di eventi positivi che siano di aiuto a tutti !
Resta da puntualizzare che l’Associazione Diabetici Lucana annualmente svolge un interessante Campo Scuola dedicato ai ragazzi diabetici , rivolto particolarmente ai ragazzi portatori di microinfusore; attività che in altre regioni rimane a carico della Sanità, per la qualcosa il
Presidente ALAD Antonio Papaleo ha sollecitato i competenti Assessorati Regionali alla Sanità ed alla Formazione a farsene carico, semmai con l’ausilio della stessa Associazione; così come ha sollecitato un apposito momento di riflessione, in seno alla Speciale Commissione Regionale Diabete, voluta dalla Legge Regionale 9/2010, per un programma di informazione all’interno delle Scuole di ogni ordine e grado , a partire da quella dell’obbligo.
Gianfranco Palese
Responsabile Sezione Diabete Giovanile