Nei giorni scorsi, aderendo all'invito di Cittadinanzattiva, ho preso parte ad un interessante evento, programmato di concerto tra la stessa Cittadinanzattiva (Comitato nazionale di coordinamento associazioni malati cronici) e l'IPASVI (Federazione Nazionale Collegi Infermieri), svoltosi a Roma presso la Sala Capranichetta dal titolo
"Patto: l'importante è che c' è la salute".
Un appuntamento che ha voluto chiamare a confrontarsi i principali attori del Servizio Sanitario Nazionale sullo stato di effettiva attuazione del Patto per la Salute, con una particolare attenzione al riordino dell'assistenza territoriale e alle politiche del personale. Patto per la Salute che non deve ridursi a semplice accordo finanziario, ma che di fatto è diventato tale, visto che ha serie difficoltà a decollare, come è evidente stante il fermo imposto al Piano Nazionale Sanitario, ancora bloccato a quello del 2006-2008.
Intanto, è stato denunciato, insistono seri problemi di accesso alle prestazioni sanitarie con percentuali del 23,7% per le liste di attesa, per il ticket e per l'intramoenia; del 20,3% per l'assistenza sanitaria territoriale; del 25,7% per l'assistenza riferita ai Medici di Medicina Generale ed ai Pediatri di Libera Scelta; del 20,3% per la riabilitazione; del 17,3% per l'assistenza residenziale e del 14,2 % per l'assistenza domiciliare.
Urge, pertanto, intervenire per superare i discrimini imposti dal federalismo sanitario che ha prodotto semplicemente divari assistenziali fra le diverse regioni e in particolare al sud; inoltre bisognerebbe eliminare i cosiddetti super ticket, salvaguardando le esenzioni, specie per i malati cronici; stabilire come e con chi si andranno a realizzare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza); impegnarsi per un migliore rapporto ospedale-territorio; ma, principalmente, dedicare maggiore attenzione alla prevenzione e, perciò stesso, a migliori stili di vita.
ALAD/Fand Basilicata
Il Presidente
(dr. Antonio Papaleo)